Seppur "acqua fresca" confrontata agli intrugli chimici che si cuccano gli sportivi attuali, trattasi sempre di sostanze chimiche che modificano i limiti genetici interferendo sull'omeostasi dell'organismo.
Per me chi si dopa è un lurido baro! Da questo ne deriva che qualsiasi tecnica di allenamento, sia essa buona o cattiva, messa in mano a questi spregevoli cialtroni funziona. Il problema nasce quando il neofita cerca di emularli senza quell'aiutino chimico!
Sulle tecniche di allenamento penso che si siano fatti pochi progressi anche: sinceramente gli esercizi che funzionano sono sempre li stessi.....forse è nata qualche macchina futuristica super tecnologica che alla fine emula sempre esercizi che si possono fare con un normale bilanciere! Sul piano scientifico si sono fatti passi da giganti nello sport: grazie a biopsie, nuove scoperte sull'alimentazione (vedi nutrigenomica), integratori mirati, farmaci più raffinati etc.
Per me, per chi non si dopa, il tassello fondamentale rimane la personalizzazione diventando anticonformista..........è inutile dirmi allenati lunedì, mercoledì e venerdi se io sono pronto giovedì per intenderci. Non posso fare 10 esercizi in una seduta se quel giorno ne tollero 5 e un'altro sono talmente in forma da farne 12 ect. Non posso pranzare a mezzogiorno se a me la fame prende alle 2 etc.
Prendo in prestito dai velocisti (categoria sportiva a cui mi sento affine) un pezzo di un lungo articolo, molto interessante, sulla capacità di adattamento dell'organismo
Al fine di rendere più efficace il processo di allenamento e non nuocere alla salute dell’atleta, è indispensabile tenere conto delle particolarità dell’organismo, dei principi che regolano la sua attività vitale e delle regole essenziali di organizzazione del processo di preparazione.
L’organismo umano, per quanto ci riguarda, è da considerare come un sistema complesso e dinamico composto da un insieme di sottosistemi funzionalmente collegati l’uno agli altri per creare un’entità unica capace di reagire a stimoli esterni quali quelli prodotti dall’allenamento.
Tutti i sistemi biologici sono regolati dalle leggi della probabilità per cui non è sempre possibile stabilire con sufficiente precisione lo stato dell’organismo in un dato momento né la reazione provocata dal carico di allenamento somministrato, infatti, persino dei carichi perfettamente identici possono determinare una reazione diversa a seconda della condizione dell’atleta al momento della loro applicazione.
E’ quindi fondamentale conoscere e distinguere (controllo pedagogico) come i vari sottosistemi (fondamentali, muscoli, cardiovascolare, respiratorio ecc.) reagiscono alle sollecitazioni esterne nella prospettiva di svilupparne livelli corrispondenti di capacità funzionali.
Il passaggio dell’organismo da una condizione all’altra avviene attraverso processi di autoregolazione sia interna (muscolare, organica, coordinativa) che esterna (analisi e risultato dell’azione). L’allenatore non dirige direttamente le funzioni dello organismo, ma indirizza il comportamento dell’atleta definendo gli aspetti della sua attività con l’obiettivo di indurre l’organismo a sviluppare gli adattamenti necessari per alterarla conformemente al carattere ed alla intensità degli stimoli ricevuti.
Condizione necessaria a che ciò avvenga è che gli stimoli stessi non superino, per intensità e durata, le capacità fisiologiche dei sistemi regolatori dell’organismo.
Le variazioni da adattamento che si manifestano a seguito dell’azione di stimoli regolari vengono dette di tipo cumulativo e sono, generalmente, accompagnate da variazioni specifiche sia morfologiche che funzionali a livello delle cellule e dei vari sistemi dell’organismo, hanno carattere di stabilità e vengono conservate per un periodo relativamente lungo dopo l’interruzione dell’allenamento.
Il successo di un programma di allenamento dipende non solo dall’applicazione di un metodo corretto (alternanza volume, intensità delle esercitazioni) e dall’organizzazione di ciascun programma (perfezionamento della tecnica, sviluppo della forza), ma soprattutto dalla corretta combinazione e miscela di questi programmi e mezzi. L’efficacia della variazione da adattamento dipende dall’intensità e dalla complessità dello stimolo. Esso va modulato in forme sempre nuove in riferimento alle variabili quantità, intensità, tempo di esecuzione e di recupero.
Non bisogna mai perdere di vista il fatto che i vari sistemi si adattano con tempi diversi, senza alcuna sincronizzazione per cui un incremento costante del carico di lavoro può comportare un sovraffaticamento di alcuni di loro, è quindi necessario alternare periodi di scarico a quelli di carico onde permettere l’avvio del processo di recupero (supercompensazione).
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